Riconoscere che le risorse naturali sono limitate e devono essere gestite con cura e rispetto affinché non solo le generazioni presenti, ma anche quelle future, possano soddisfare i propri bisogni: questa è la premessa alla base del concetto di sostenibilità. Tale obiettivo potrà essere raggiunto solo se riusciremo a conseguire un miglior bilanciamento tra crescita economica, tutela dell’ambiente e benessere sociale.
Al centro del concetto di sostenibilità ambientale c’è l’idea di mantenere i sistemi ecologici in uno stato di equilibrio. Questo significa proteggere e preservare la biodiversità, garantire la qualità dell’aria e dell’acqua, e gestire in modo responsabile le risorse naturali come il suolo, le foreste e i mari. Il principio della “capacità di carico” è essenziale: la Terra ha una capacità limitata di assorbire i rifiuti e di rigenerare le risorse, e superare questi limiti può portare a conseguenze catastrofiche come il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e il degrado degli ecosistemi.
La sostenibilità ambientale si traduce in una serie di pratiche e strategie volte a ridurre l’impatto umano sull’ambiente. Tra queste, l’uso efficiente delle risorse energetiche, la riduzione delle emissioni di gas serra, il riciclo e il riuso dei materiali, e l’adozione di tecnologie pulite. Anche la promozione di uno stile di vita sostenibile, che include il consumo consapevole e l’educazione ambientale, è fondamentale per creare una cultura della sostenibilità.
Le energie rinnovabili, come l’eolica, la solare e l’idroelettrica, giocano un ruolo cruciale nella transizione verso una società più sostenibile, riducendo la dipendenza dai combustibili fossili. Allo stesso modo, l’agricoltura sostenibile e la gestione responsabile delle risorse idriche sono essenziali per garantire la sicurezza alimentare e la disponibilità di acqua potabile.
La sostenibilità ambientale è un percorso complesso ma necessario per assicurare un futuro prospero e sicuro per tutti. Mentre affrontiamo le sfide del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e dell’inquinamento, è fondamentale che tutti i settori della società lavorino insieme per creare un mondo più sostenibile. Solo attraverso un impegno condiviso possiamo garantire che il nostro pianeta rimanga un luogo vivibile per le generazioni a venire.
In occasione dell’imminente pausa estiva, oggi proponiamo una selezione di 6 testi dedicati al tema della sostenibilità e del futuro del pianeta stesso, partendo dalla consapevolezza che solo con un ascolto attento di ciò che la natura ci sta dicendo in modo inequivocabile potremo invertire la rotta e salvaguardare il benessere della terra e delle future generazioni.
Fitopolis, la città vivente, Stefano Mancuso | Laterza
Nel volgere di pochi decenni, l’umanità è andata incontro a una rivoluzione nelle sue abitudini ancestrali. Senza che ce ne accorgessimo, la nostra specie, che fino a poco tempo fa viveva immersa nella natura abitando ogni angolo della Terra, ha finito per abitare una parte davvero irrisoria delle terre emerse del pianeta.
Cosa è accaduto? Da specie generalista in grado di vivere dovunque, ci siamo trasformati, in poche generazioni, in una specie in grado di vivere in una sola e specifica nicchia ecologica: la città. Una rivoluzione paragonabile soltanto alla transizione da cacciatori-raccoglitori ad agricoltori avvenuta 12.000 anni fa.
È certo che in termini di accesso alle risorse, efficienza, difesa e diffusione della specie questa trasformazione è vantaggiosa. Ma è altrettanto certo che ci espone a un rischio terribile: la specializzazione di una specie è efficace soltanto in un ambiente stabile. In condizioni ambientali mutevoli diventa pericolosa. Il nostro successo urbano richiede, infatti, un flusso continuo ed esponenzialmente crescente di risorse e di energia, che però non sono illimitate. Inoltre, fatto decisivo, il riscaldamento globale può cambiare in maniera definitiva l’ambiente delle nostre città e costituire proprio quella fatale mutazione delle condizioni da cui dipende la nostra sopravvivenza.
Ecco perché è diventato vitale riportare la natura all’interno del nostro habitat. Le città del futuro, siano esse costruite ex novo o rinnovate, devono trasformarsi in fitopolis, luoghi in cui il rapporto fra piante e animali si riavvicini al rapporto armonico che troviamo in natura. Non c’è nulla che abbia una maggiore importanza di questo per il futuro dell’umanità.
“Carbon Almanac. Guida al cambiamento climatico”, a cura di Seth Godin | ROI edizioni
Il Carbon Almanac è il frutto di una collaborazione senza precedenti di volontari da tutto il mondo. Raccoglie ciò che sappiamo, ciò che è successo e ciò che potrebbe accadere riguardo al cambiamento climatico. Dati, vignette, citazioni, illustrazioni, tabelle, storie e articoli per mettere in luce l’impatto del carbonio sul nostro pianeta, sulla biodiversità, sugli eventi climatici estremi, sull’acidificazione degli oceani, sull’agricoltura, sulla nostra alimentazione, sull’energia, sull’economia e sulla salute.
È una fonte ricca di informazioni sul cambiamento climatico e uno strumento essenziale per il movimento globale che vuole combatterne gli effetti. Per fare davvero la differenza dobbiamo, per prima cosa, capire cosa sta accadendo. È il momento dei fatti, non delle opinioni. Delle azioni, non dei proclami. Il cambiamento climatico è un problema che possiamo affrontare solamente uniti.
“Come essere un buon antenato. Un antidoto al pensiero a breve termine”, Roman Krznaric | Edizioni Ambiente
Agiamo pensando al qui e ora, mai al dopo. In questa epoca dominata dalla tirannia dell’adesso, tutto sembra correre per farci dimenticare che le conseguenze delle nostre azioni possono durare per centinaia di anni. Un’ossessione per l’immediatezza che rischia di costare cara sia a noi sia a chi verrà dopo, alimentando le grandi crisi della nostra era. Da quella ambientale a quelle sociali ed economiche. Perché abbiamo smesso di guardare al domani? Possiamo ancora diventare buoni antenati? Attingendo dalle tradizioni dell’antichità e dalle esperienze di innovazione radicale in tutto il mondo, Roman Krznaric racconta com’è possibile riacquisire e rafforzare la capacità di immaginare il futuro e reinventare la democrazia, la cultura e l’economia. E garantire così un mondo migliore alle generazioni che verranno.
"Iper-luoghi. La nuova geografia della mondializzazione", Michel Lussault | Franco Angeli Editore
Questo libro mira a comprendere la mondializzazione contemporanea, iniziata negli anni cinquanta del Novecento e guidata dall’urbanizzazione delle società e dalla diffusione ubiquitaria sulla superficie terrestre di forme di vita urbane, partendo dall’osservazione dei luoghi in cui gli individui incontrano il Mondo di oggi così com’è, nei suoi aspetti positivi e negativi.
Molte analisi insistono sulla irrinunciabile uniformizzazione del Mondo. Il gioco combinato dell’accrescimento delle mobilità e delle relative velocità, dell’accelerazione dei ritmi sociali, del nuovo impero digitale e della standardizzazione di paesaggi, oggetti e pratiche imposti dalla globalizzazione, promuoverebbe una società “liquida” e uno spazio liscio e “piatto” laddove ogni posizione vale l’altra, dove le differenze svaniscono fino a scomparire, fino ad alienare l’individuo, impoverire la sua sociabilità, porlo sotto vincolo e sotto controllo.
Questo “spirito del tempo” ha potuto trovare nel “concetto” di “non luogo” formulato da Marc Augé un’espressione efficace. Tuttavia, un’attenta osservazione delle dinamiche attuali conduce immediatamente a situazioni molto più complesse. In effetti, in concomitanza di un’indiscutibile tendenza al trionfo del generico e dello standard, è sorprendente constatare che i luoghi facciano ritorno in scena e contino sempre di più per ognuno.
Il Mondo, modellato dall’urbanizzazione e sconvolto dall’ingresso nell’Antropocene, si differenzia sempre più in luoghi che si affermano come “appigli” della mondializzazione, attrattori e ancoraggi della vita umana. Questi sono i luoghi specifici in cui la coabitazione degli individui si concretizza, si realizza e si sperimenta in tutta la sua ricchezza e intensità di esperienza vissuta. Ne sono emblemi quelli che verranno definiti come “iper-luoghi” in cui, volente o nolente, le società si costituiscono e finanche nuove forme politiche si delineano.
Così, il Mondo è al tempo stesso sempre più globalizzato e omogeneo e sempre più localizzato ed eterogeneo: questa tensione è costitutiva delle nuove geografie che la mondializzazione pone in atto.
"L'alfabeto della sostenibilità. 26 modi di essere sostenibili", di Francesco Morace, Marzia Tomasin, Ermete Realacci | Egea Editore
La sostenibilità va di moda, almeno a parole. Il termine si ritrova sempre più spesso nelle dichiarazioni dei politici, nelle raccomandazioni delle organizzazioni internazionali, negli impegni dei leader d’impresa e nella pubblicità di molti prodotti. Tutto questo, insieme all’evidente discrepanza tra impegni assunti e comportamenti praticati, ha indotto molti a ritenere che la parola sia così tanto abusata da essersi «bruciata» sul piano culturale.
Se tuttavia si indaga più a fondo, si scopre che il concetto è stato preso molto seriamente da soggetti abituati alla concretezza e alla lungimiranza, come le imprese di successo. Le storie raccontate in questo libro dimostrano senza ombra di dubbio che, nonostante le difficoltà che si incontrano a metterla in atto, la scelta della sostenibilità, inizialmente costosa, procura poi grandi vantaggi. Il costo è legato non tanto e non solo alle spese che bisogna sostenere per modificare i processi produttivi e organizzativi, ma soprattutto al cambiamento di paradigma culturale che questa dimensione comporta perché tutti – dalla politica alle imprese, dai media ai consumatori – arrivino a cambiare la grammatica dei propri comportamenti e a parlare un linguaggio adatto alle sfide del XXI secolo.
In questa «partita a scacchi» della sostenibilità, le 26 realtà aziendali selezionate dagli autori giocano eseguendo mosse diverse, proprio come i diversi pezzi sulla scacchiera. Chi sarà il Re e chi la Regina, campioni dei valori in gioco? Quali le Torri, bastioni di illuminate famiglie imprenditoriali? E quali gli Alfieri apripista e i Cavalli pronti a spiccare il salto?
“Il clima che cambia. Perché il riscaldamento globale è un problema vero, e come fare per fermarlo”, Luca Mercalli | BUR Rizzoli
Mai come oggi l’atmosfera terrestre, gli oceani e i continenti sono stati tanto sorvegliati dal punto di vista meteorologico e ambientale, e ogni anno la comunità scientifica internazionale produce migliaia di ricerche che confermano la portata epocale dei danni inflitti dalle attività umane al sistema-Terra.
Non conosciamo tutto di come funziona il clima terrestre, ma ormai da anni ne sappiamo abbastanza per comprendere la gravità della situazione, il rischio di collasso degli ecosistemi da cui dipendiamo e l’urgenza di intervenire con azioni efficaci. A cosa servirebbero, infatti, secoli di avanzamento della conoscenza, se poi restassimo impreparati di fronte alla più grande sfida della storia umana, pur avendola prevista con decenni di anticipo? Luca Mercalli, ricercatore e divulgatore scientifico che da anni racconta agli italiani la meteorologia e l’attualità climatica e ambientale, ci aiuta a orientarci con questo libro, pubblicato per la prima volta nel 2009, e ora completamente revisionato alla luce dei molteplici aggiornamenti dal mondo della ricerca e dei negoziati internazionali.
Dalla storia di chi ha scoperto il riscaldamento globale, alla fusione dei ghiacciai alpini, fino a ciò che possiamo fare nella vita quotidiana per alleggerire il nostro contributo climalterante, una base di informazione per costruire la consapevolezza necessaria a quel “salto evolutivo” che (se riusciremo a fare) permetterà alle prossime generazioni di vivere ancora dignitosamente su questo pianeta.